Le storiche sale di Palazzo Sarriod de La Tour a Costigliole Saluzzo accolgono dal 1 al 10 Aprile la mostra "Selme - Si Espandono Le Mie Emozioni" con le recenti opere di Domenico Olivero.
L'evento espositivo presenta l'attuale ricerca pittorica del noto artista, nata da una serie di riflessioni su una domanda: "Perché ci si alza la mattina?" questione che il filosofo Ernst Bloch pose all'amico Theodor W. Adorno, in una conversazione nel 1964, proprio l'anno in cui l'artista nacque e si avviò nel pellegrinare della vita.
Forse questo interrogativo è spesso di molti e anche l'artista lo ha molto ponderato con se stesso e con amici.
Di risposte ne esistono infinite, come infinite sono le dinamiche che ognuno di noi sviluppa. Sicuramente si avvia un'energia che si espande e che ci consente di scendere dal letto e di avviarci nell'incognita della vita quotidiana. Di questo stato energetico Domenico Olivero ha voluto interrogarsi e fermarne un’impressione, renderne visibile lo stato spirituale, che in diverse fasi di questo ultimo anno ha percepito al mattino presto, appena sveglio.
Certe albe ha preso i colori e ha consegnato alla tela o sulla carta la sua energia mattutina, cercando poi di capire se questa effettivamente aveva avuto corrispondenza emotiva con la giornata stessa.
A volte si a volte no, spesso ha iniziato molto propositivamente, consegnando alla tela colori e gesti intensi, che percepiva dopo il buio della notte, per poi però esaurirsi durante la giornata e trovarsi privo di energia; altre mattine, al contrario, è partito fiacco, tracciando linee tenui e colori morbidi, per poi concludere con uno stato di grazia.
Il risultato di alcuni di questi attimi è stato poi riportato, stratificato, nelle opere che sono esposte, con alcune raccolte di opere su carta.
La mostra è accompagnata da un testo curato dal critico e storico dell'arte Enrico Perotto.
L'evento è stato reso possibile grazie all'Associazione Culturale Rigenerazione e al patrocinio del Comune di Costigliole Saluzzo, Cuneo.
Inaugurazione Sabato 1 Aprile alle ore 17,00
Orario di apertura: Domenica 2, Sabato 08, Domenica 09 e Lunedì 10 dalle ore 15,30 alle 18,30.
Palazzo Sarriod de La Tour
Costigliole Saluzzo (Cuneo)
2 Aprile al 10 Aprile 2023
https://domenicooliverocv.blogspot.com/
+39 328 2159521
Memorie
e risonanze nella pittura di Domenico Olivero
La domanda del filosofo
Ernst Bloch “Perché ci si alza la mattina?”, rivolta nel 1964 a Theodor W.
Adorno, è un anelito di speranza perché il domani sia migliore dell’oggi,
perché ciò che non è stato ancora realizzato (l’utopia) possa inverarsi in
azioni che si possono realizzare ritrovandoci o scoprendoci all’improvviso
dotati di una sorprendente tensione verso il futuro, in cui può accadere il
manifestarsi della nostra potenzialità vitale e creatrice.
Bisogna ritrovare il
coraggio di lanciare un sasso dentro l’acqua immobile dello stagno, di
convertire la propensione all’inazione in volontà di azione o, piuttosto, di
re-azione, finalizzandola alla riscoperta del senso dell’agire come impulso
creativo che riemerge nel nostro essere, riattivando e rimettendo in gioco la
nostra vita quotidiana.
Ecco, allora, che quei
segni curvilinei in dilatazione progressiva sono già di per sé indici di un
movimento in atto, di una direzione di moto, di un’emissione sonora di ritmi
collegabili a un tempo interiore, che si manifesta di fronte ai nostri occhi in
modo frammentario, rilasciando tracce sensibili di colori primari e secondari.
È la ragione per cui
l’artista Domenico Olivero è giunto a realizzare una nuova serie di dipinti che
si pongono in rapporto diretto con il precedente progetto “Non esistono
errori”, esposto dal 5 al 14 marzo 2020 nel salone al primo piano della
Biblioteca Civica di Cuneo. Nel concepire questa nuova idea progettuale, i cui
frutti sono destinati ad essere esposti nelle quattro stanze del piano nobile
di Palazzo Sarriod de La Tour a Costigliole Saluzzo (Cn), Olivero ha scelto di
concentrarsi sulla qualità comunicativa di minimi strumenti espressivi,in
aspetto di brevi pennellate filamentose, inserite al disopra di fondi monocromi
bianchi. Quei piccoli innesti di linee semi circolari producono un effetto di
energia cromatica che si espande verso l’esterno, in una sorta di dinamismo
centrifugo, che induce nell’osservatore una ricezione sinestetica, tra pittura
e musica, fondata cioè su precisi stimoli visivi che si lasciano immaginare
anche come stimoli sonori.
Il fattore tempo come
fenomeno psicologico individuale, reso tangibile nell’esperienza visiva
dell’opera pittorica, come percorso di conoscenza in divenire del proprio
vissuto, che si dà in forma di graduali e molteplici stratificazioni di segni e
gesti pittorici misuratori dei movimenti in evoluzione del tempo interiore è
uno dei tratti distintivi più qualificanti della più recente ricerca artistica
di Domenico Olivero. L’artista cuneese interpreta il passaggio dal ‘tempo
fermo’, quello della nostalgia, dello smarrimento, della malinconia, alla
temporalità che procede in avanti, che dal passato si rivolge fiduciosa verso
il futuro, accumulando momenti di ritrovato stupore per l’immaginazione che si
riscopre in azione nella dimensione spaziale dell’opera pittorica.
Interiorità e
autocoscienza, quindi, sono i due cardini principali della poetica di Domenico
Olivero, uniti al senso per la bellezza del colore allo stato puro, per
l’armonia, per la qualità della luce, per il senso dello spazio e per l’ordine
concettuale e minimalista della composizione. Il colore si diffonde sulla
superficie candida delle tele e delle tavole come un’onda sonora che vibra
nell’aria o come un’onda circolare che si propaga sulla superficie di uno
specchio d’acqua; oppure come accenni o impronte di arcobaleni benauguranti
tracciati delicatamente sulle pagine iniziali di alcuni carnets de pocheo
de croquis,che attendono di essere vergati.
Insomma, ciò che si
dispiega nel campo visivo dei dipinti più recenti di Olivero, corrispondenti a
un linguaggio pittorico dai richiami astratto-informali,è un processo concreto
di percezione del tempo passato trasformato progressivamente in un nuovo
presente nella coscienza dell’osservatore, che è invitato a lasciarsi catturare
anche dalle increspature di bianco materico che si riscontrano in quattro opere
su tavola di misure uniformi; una ‘belle matière’, al disotto della quale
si intravedono stati coloristici preesistenti appena avvertibili, immersi in
spazi indefiniti e qualificati dal silenzio, dalla luce assoluta, da un anelito
interiore alla contemplazione e alla meditazione spirituale.
Testo a cura di Enrico Perotto