Olivero “La mia mostra chiusa due volte. Ma io penso positivo” - A Cuneo era già stata sospesa con il primo lockdown di Anna Cavallera
La mostra “Non esistono errori” dell’artista cuneese Domenico Olivero era stata inaugurata ai primi di marzo alla Biblioteca civica di Cuneo e poi sospesa dopo tre giorni di apertura, a causa del primo lockdown. Riaperta l’8 ottobre al Qi di Cuneo, con il nuovo decreto è stata ancora sospesa. «In verità questo lockdown per me rappresenta una situazione positiva – esordisce Olivero, classe 1964 - Anche se può sembrare egoistico, mi ha concesso molto tempo per dipingere, leggere, ascoltare musica, meditare.
Un’occasione per concentrarmi su me stesso e sul mio percorso espressivo». Artista poliedrico e sperimentale dall’impianto fortemente concettuale, Olivero indaga da sempre i fenomeni relativi alla collettività urbana, la labilità della memoria e le nuove tecnologie informatiche che interessano la comunicazione.
In “Non esistono errori” Olivero presenta la sua ultima ricerca pittorica, incentrata sulla poetica di Charles Bukowski, di cui quest’anno ricorre il centenario della nascita. «Raramente ho esposto opere pittoriche, lo facevo all’inizio del mio percorso espositivo, venticinque anni fa. Poi mi sono dedicato ad altre forme espressive di interazione culturale. Sono molto appassionato di tecnologia e mi sto dedicando a nuove sperimentazioni visive, attraverso l’utilizzo dei Visori VR Oculus». La rassegna cuneese è stata nuovamente prorogata al 13 dicembre e Olivero ci confida come, «da un punto di vista culturale questo virus ci ha posto di fronte alle nostre priorità.
Parlavo con la critica d’arte Ida Isoardi dell’importanza di rimetterci in discussione di fronte a ciò che siamo, al futuro ed alla morte. La cultura buddista mi porta ad approcciare il quotidiano in modo costruttivo, nel suo potenziale. È un’occasione che non va sprecata, ma sfruttata per attivare in modo positivo la creatività».