Queste sono alcune delle domande che
spesso mi vengono rivolte.
Penso che fare l’artista non è solo una
scelta, quasi sempre è un bisogno che si manifesta nel percorso della vita, c’è
chi parte subito con le idee chiare e chi nel volgere del tempo sente crescere
questo bisogno; spesso anche in tarda età; l’approccio all’arte è una rinascita
espressiva.
Una volta sicuramente era più una
professione chiara, con regole certe, legata soprattutto all’aspetto tecnico, saper
dipingere o realizzare sculture, ma ora i grandi cambiamenti
sociali/tecnologici hanno mutato e dato possibilità a tutti di declinare in
diverse forme e linguaggi il bisogno di condivisione che si ha.
Penso che oggi l’arte nasca da un
bisogno interiore, una necessità di esprimersi, di poter comunicare un proprio
“messaggio/sentimento”, in forma condivisa, quindi aperta verso altri.
Un’esigenza umana che sviluppa questa
consapevolezza e la rende in forme estetiche, che vanno dalla ricerca del bello
alle analisi sui più complessi bisogni e forme di esistere, senza però
vincolarsi a regole certe.
Queste forme sono soggettive e ora
prendono lineamenti nelle più svariate tecniche, dalla pittura alla fotografia,
dalla body art ad un’app da scaricare sul proprio cellulare.
Tutta la storia delle arti visive mette
in evidenza quel continuo mutare che ha prodotto una stupenda eredità di opere
d’arte che ci arricchiscono.
Sono tante testimonianze di pensieri,
dubbi, paure, fantasie, che sono diventate materia fisica. Percorsi che si
sviluppano e crescono, in ricerche, esplorazioni, tentativi, fallimenti.
Non dovendo produrre l’arte è libera di
esercitare, di provare strade forse assurde, ma che possono aprire a nuovi
approcci nel guardare il presente che ci circonda.
Poi un aspetto molto interessante è
come l’arte stessa possa essere funzionale a certi bisogni come l’attenzione al
dettaglio, la capacità di stravolgere forme consolidate. Creare bellezza,
pensieri, che producono in noi un cambiamento di umore, assorbire un doloro,
elaborare delle paure, sviluppare atteggiamenti critici, con valutazioni sul
proprio essere e formazione, sviluppare curiosità per aspetti che non
conoscevamo,
Non dimentichiamo, come confermano
anche recenti studi sulle neuroscienze, che l’arte attiva emozioni e di
conseguenza connessioni celebrali, che aiutano a superare ansie, migliorare i
rapporti umani e di conseguenza la nostra vita.
L’arte suscita domande ad ognuno di noi
che possono trovare infinite risposte, che mutano con la società che si
trasforma nel tempo.
Personalmente penso che l’arte sia un
fantastico viaggio nell’impossibile scoperta di se stessi e del mondo che ci
circonda, un’esperienza in metamorfosi che mi permette di affascinarmi alla
vita.