Rest* di Enrica Savigliano 2022




REST* di Domenico Olivero presso l'Ottica 48 di Cuneo.

Nell'interminabile monotonia dei negozi e dehors che dominano via Roma a Cuneo si trova l'opera Rest*. 

L'installazione è pensata dall'artista Domenico Olivero per lo spazio espositivo sotterraneo dell'Ottica 48 che, oltre all'attività commerciale, si occupa di collaborare con artisti del territorio. Rest* spezza, spacca e solleva gli animi indirizzandoli prima a ricordarsi della dimensione dello spirito e poi a questionare il rapporto che ognuno conserva con questo spazio interno e immateriale proprio di ogni individuo. 



Ce ne prendiamo cura? In che maniera? 

Così come per conoscere questa zona immateriale che caratterizza l'uomo, bisogna entrare negli strati più profondi di esso, parallelamente, per godere dell'opera, si scende fisicamente nello strato sottostante della strada della via commerciale.

 Attraverso una stretta scaletta si accede alla vecchia cantina dell'Ottica Rosso, da loro restaurata, e nel cui spazio molto buio e dal soffitto basso si vede una pavimentazione di giochi geometrici verdi e ocra. La musica immersiva sospende il tempo e al contempo lo dilata, espandendolo nella coscienza, la quale diventa unica autorità a cui rispondere. Dentro una cripta si trovano delle candele accese intorno alla reliquia, creata dall'artista cuneese, che riflettono la loro luce traballante su di un vetro cilindrico. 



All'interno di questo contenitore liscio, sottile e trasparente, una sfera di lana ricoperta di calce si rivela a tratti poiché la sua visione è interrotta sinuosamente dal riflesso dalle piccole fiamme. 

Quando il suono della musica si tace, ricompare il rumore dalla strada. 

Con il brusio, ricompare il pavimento a due colori: come al termine di una meditazione, quando ci si rende conto di essere tornati da una dimensione in cui le percezioni erano diverse, perché diverso era l'oggetto in cui si sono concentrati i nostri sensi. 



Nel risalire le scale strette che riconducono nella strada della via, l'immagine di Rest rimane in mente, come resta la sensazione dello stato del proprio corpo sospeso dal peso della sua fisicità. 

Non si vuole prendere posizioni riguardo a una determinata fede religiosa, ma porre la riflessione -riporta Olivero -"sul senso del suo esistere e percepire questo mondo".