Opera
di Domenico Olivero : Fading
I
lavori di Domenico Olivero sono sempre vivi.
Che
l'artista utilizzi terra umida o secca, essenze floreali, fotografie
stampate domesticamente a getto d'inchiostro o lettere di un
epistolario tenuto con il suo alter ego, le sue installazioni pulsano
e respirano dei pensieri ancora fluttuanti che le hanno generate.
Non
è una battaglia contro l'inesorabilità del tempo quella di Domenico
Olivero, ma una acuta riflessione sul proprio presente, su quel
'partire da sé', caro agli anni Settanta, per comprendere in
profondità la struttura delle relazioni e delle emozioni, quelle che
nutrono l'essere umano e muovono il mondo.
I
suoi lavori sembrano compenetrarsi di progetto in progetto, evolvono
insieme alla sua crescita personale e, talvolta, si snaturano,
proprio come accade nelle relazioni affettive quando la strada da
percorrere in due diventa faticosa e trascina con sé rabbia,
frustrazione, delusione e risentimento. Ma la particolarità di
lavori come "Il sapoere della terra" (2007), o come la
nuova installazione "AMARSI", consiste, invece, in una
forma di recupero e trasformazione di quella materia trascurata e
negata, quella sottrazione al contatto fisico che Barthes, nei
"Frammenti di un discorso amoroso", definisce 'Fading'.
Risanare una situazione stantia e malsana vuol dire ristabilire
l'equilibrio dare-avere, la giusta interazione tra le parti, quella
ad esempio perduta nella relazione uomo-terra in cui, tra supremazia
e subordinazione, il primo prevarica il secondo.
Un
patchwork erboso, ricavato con zolle di terra provenienti da diverse
aree di Cuneo, costituisce la materia principale dell'installazione
di Olivero. Sul pavimento sei caratteri maiuscoli compongono la
parola "amarsi", segno di una ferita inflitta dall'artista
alla terra nell'appropriazione dei suoi lembi, ma anche conferma e
dichiarazione di quella volontà di ripartire proprio dal sentimento
che lega due esseri viventi, il punto fermo per ricostruire insieme,
perché le stesse lettere, in negativo, compaiono frammentate nel
terreno ancora vivo della città, nei luoghi frequentati
dall'artista, a sottolineare lo scambio, il dare-avere.
Un
atto d'amore quello di Domenico Olivero, un 'rito' quotidiano che
richiede un'attenzione ed una cura costanti. L'acqua, infatti,
spruzzata manualmente dall'artista a sostentamento della terra, tiene
in vita l'opera. Ma la calce e il gesso, presenti in polvere tra il
pavimento e lo strato erboso, ricevono anch'essi costantemente quel
nutrimento liquido filtrato dalle lettere e, solidificandosi, giorno
dopo giorno, costituiscono le fondamenta profonde di questo nuovo e
speciale legame.
Radicandosi
alla terra, Domenico Olivero impone un imperativo: "amarsi".
Imperativo che l'artista rivolge primo fra tutti a se stesso, perché
solo partendo dall'amore per sé, si possono amare gli altri.
(testo
di Claudio Cravero)
Mostra: Protocollo Lovelock – equilibri molesti.
Curatore: Claudio Cravero.
Luogo: sala mostre del Palazzo della Provincia, Corso Nizza 21 , 12100, Cuneo
Data: dal 1 al 11 Novembre 2007
Artisti partecipanti : Franco Ariaudo, Eliana D.Langiu, Domenico Olivero, Alessandro Paseri, Pinuccio Revello.