Quali sono le motivazioni e gli stimoli del tuo lavoro?
Inizialmente
il mio lavoro artistico prendeva avvio da semplici forme che
attraevano la mia attenzione, perciò disegnavo e dipingevo molto.
Codesto modo di vedere la creazione artistica, col passare del tempo,
mi pareva eccessivamente limitativo. Incominciai così una
riflessione sul mio bisogno di vivere e di esprimermi, esigenza che
sento in continuo mutamento, relazionandomi con materiali diversi e
con l’habitat quotidiano. Prendendo spunti dalla natura, per la sua
varietà e bellezza, ma soprattutto dalla convivialità e dalla
comunicazione con gli altri esseri umani.
I
tuoi campi di riferimento?
la
lista sarebbe molto lunga e in continuo cambiamento.….. alcuni nomi
che ora mi vengono in mente sono: nel
campo dell’arte contemporanea: Bruno Munari, Michelangelo,
Leonardo, Picasso, Paul Klee, Keith Haring, Andy Warhol, Manzoni,
Yves Klein, Joseph Beuys, Christian Boltanski, Louise Bourgeois, Olaf
Eliasson, Tom of Finland, Martin Kippenberger, Georges Rousse,
Tiepolo, Félix Gonzalez-Torres, James Turell, Bill Viola, Jenny
Holzer, Rebecca Horn, Sophie Calle, Mario Airò e tanti altri che in
questo momento non mi vengono in mente.
Fra
i periodi storici ricordo la purezza delle incisioni rupestri delle
Valle delle Meraviglie, la forma dell’arte greca, la ricerca del
Rinascimento, la pulizia formale della cultura Ming, e la ridondanza
Mogol. Sempre nel campo della varietà il movimento della
Internazionale Situazionista e del Fluxus, la dinamica della Land
Art, la “semplicità” dell’Arte Popolare, la fruibilità del
web. La pubblicità, il design, i canali televisivi come Artè e
un’altra fonte favolosa di immagini sono le tante riviste o fanzine
che si trovano in giro.
La
mia attenzione alla letteratura è rivolta molto alla poesia; amo
tanto Giacomo Leopardi e Jacques Prevert, ma seguo anche autori più
recenti come M. Luzi. Leggo e rileggo spesso, per questo è difficile
fare una lista, fra essi ricordo con piacere Italo Calvino, Gianni
Rodari, Goethe, Jorge Luis Borges, W.Whitman, Roland Barthes, E.M.
Forester, Krishnamurti, Charles Baudelaire; Proust e Robert Walser.
La
musica è un universo immenso ed affascinante, per cui passo con
piacere dalla sonorità incredibile della musica classica con autori
come L.V.Beethoven J.S.Bach, A.Mozart, all’Opera italiana con
G.Verdi, G.Rossini e G.Puccini, per ascoltare É.Satie e C.Debussy
fino alle forme moderne di A.Webern A.Schönberg L.Berio L.Nono,
J.Cage per giungere alle figure di Brian Eno e Phipps Glass
contaminando il tutto dalla varietà della musica Rock, Jazz, Rap e
del pop odierno, nell’immediato mi vengono in mente Louis
Armstrong, Chet Baker, Duke Ellington, Charlie Parker, Bjork, Bob
Dylan, Grace Jones, Frankie Goes To Hollywood, Eurythmics, Simple
Minds, Pet Shop Boys, The Police, U2, Kate Bush, Lenny Kravitz, Frank
Sinatra; Ultravox, Tom Waits, Paolo Conte, Lucio Dalla, Francesco De
Gregori, Mina e tanti altri.
Il cinema è una
grande occasione sia di svago che di riflessione per cui si gioca con
equilibri difficili, ma fra i tanti registi ora ricordo Tim Burton,
Frank Capra, i fratelli Coan e i Dardenne, Peter Greenaway, Alfred
Hitchcock, Fritz Lang, Pier Paolo Pasolini, Luchino Visconti, Roman
Polanski; Ridley Scott; Brian de Palma; David Lynch; Quentin
Tarantino; Alfred Hitchcock; Wong Kar-wai; Stanley Kubrick; Luc
Besson Billy Wilder, Federico Fellini, il Neorealismo di Roberto
Rossellini, il cinema America degli anni 50, quello francese della
Nouvelle Vogue e in parte quello tedesco degli anni 70, mi affascina
molto anche le recenti produzioni provenienti dal sud est, ma
purtroppo le conosco poco.
Nell’architettura
sono sempre rimasto affascinato dalla purezza delle strutture
Giapponesi e dalla funzionalità delle strutture alpine, dalla
bellezza dei lavori di Carlo Scarpa, dalla ricerca di Jean Nouvell e
Renzo Piano e dall’estro di O.Ghery.
Altre
influenze provengono dall'astronomia, dalla sociologia e dalla
matematica. E spesso seguo il teatro ma soprattutto la danza
contemporanea.
E
posso concludere dicendo che come posizione politica non mi sento in
una linea precisa, condivido però le posizioni di Greenpeace e
Amnesty International.
Quali
tecniche utilizzi? E perché?
Il mio approccio è
molto complesso, inizio sempre da una riflessione che poi si
trasforma spesso in un disegno a matita che lentamente può prendere
forma materica, come un quadro, un video o delle fotografie
compiuterizzate, o da un’elaborazione spaziale come una scultura o
un’installazione, a volte inserendo anche degli happening. In
questi ultimi anni mi sono avvicinato al web e quindi ad un mix di
media che mi affascinano molto e che in certi casi trovo
particolarmente utili per esprimermi direttamente con molte persone,
al fine di creare degli incontri, dei dialoghi.
Da
cosa nasce un tuo lavoro?
Esso nasce da
momenti di emozioni, da come percepisco il mondo nel mio intimo, dal
bisogno di condividere con chi mi circonda e in certi casi di
superare certi disagi o dubbi sul mio vivere. Quell’esistere di
tutti i giorni in cui sono significativi gli incontri personali, la
percezione del presente, la casualità e l’approssimazione, il
nomadismo del viaggiare, i ricordi sospesi e il presente semplice
della quotidianità.
Ornella
Calvetti storica e critica d’arte contemporanea.