Sotto l'oggetto



Apertura straordinaria della rassegna GPL - Grandi Progetti Leggeri alla Cavallerizza di Torino .


Nella giornata di Venerdì 13 Ottobre si svolgerà l'incontro "Sotto l'oggetto, un immersione nelle storie possibili tra arte e archeologia".

ore 18,30
visita guidata alla mostra con l'artista Domenico Olivero

ore 19,00
intervento dell'archeologo Marco Subbrizio parlerà dell'esperienza di "scopritore" di vite attraverso i suoi scavi Al secondo piano, androne delle scale (primo piano della mostra)


Ingresso libero



Per info 3497157404

Atli lo spadete



Rassegna GPL - Grandi Progetti Leggeri  intervento “Atli lo spadete” Torino 29 Settembre / 15 Ottobre 2017

Da alcuni giorni, un lungo nastro argentato scorre per i diversi piani della Cavallerizza Reale di Torino, percependone gli spazi, rivelando memorie, condividendo ricordi, cosa sarà mai?

E’ una nuova originale proposta artistica fra arte e architettura per la nuova rassegna “GPL - Grandi Progetti Leggeri” che nei prossimi mesi darà corso ad affascinanti interventi nei maestosi spazi della Cavallerizza di Torino.

Questo primo progetto, opera dell’artista Domenico Olivero, dal titolo “Atli lo spadete”, con la curatela di Alessio Moitre, si sviluppa nei tre piani dell’edificio, attraversandoli in modo seducente, rielaborando la percezione e le suggestioni del luogo. Un ambiente sonoro ideato da Elettrogenica, accompagna il progetto espositivo.

Un evento eccezionale che rilegge la recente vita di questo nobile edificio, storica sede della cavalleria reale del Regno Sabaudo, ora incredibile spazio di ricerca artistica ma non solo.

Il progetto GPL inizierà alla fine di Settembre 2017; il primo intervento sarà dal 29 Settembre al 15 Ottobre; seguiranno nei prossimi mesi progetti unici e irripetibili.

Per la Giornata del Contemporaneo – organizzata dall’AMACI, il 14 Ottobre, l’artista accompagnerà i visitatori alla scoperta dell’installazione alle ore 15,45.


Testo di Alessio Moitre curatore del progetto: Atli lo spadete   (Attraverso lieve lo spazio del tempo)

La lettura delle tracce passate è una forma raffinata e particolare di chiaroveggenza, alla luce della presenza di elementi di cui non si conosce la storia.

Con il progetto “PA – RE – TE”, l’artista Domenico Olivero (1964, Cuneo), si era già trovato l’anno passato al cospetto della struttura della Cavallerizza, riportando tramite fotografie i muri e le conseguenti suggestioni sfociate nella creazione di personaggi nati nel contesto e, si potrebbe dire, per il luogo stesso. L’artista dunque come scopritore della forma originaria di un contesto.

Vi è dell’archeologico, come nella volontà dello studioso di frequentare nuovamente i siti del rinvenimento. Nulla di strano se si sente il desiderio di proseguire andando oltre, ricalcando piccole zone, creando un tracciato che colleghi i vari ambienti, con una consecuzionalità che appare come un riportare gli eventi nella modalità di un novello Arazzo di Bayeux. Da ciò prende forma non solo una sottile presa di coscienza che attraversa le varie epoche, ma mostra anche la difficile presenza della traccia e del riferimento artistico, all’interno di un unico ambiente così fortemente connotato. Riprendendo suggestioni dirette con la performance degli anni settanta, Olivero sa dare corpo a ciò che investe il raffinato pensiero di un viaggiatore curioso tra stanze, piani, dettagli appena accennati, ma così gustosi da notare, che è un vero peccato farli cadere nella più desolata indifferenza. Domenico ricostruisce presenze e gli dona un corpo tangibile nella creazione di un opera di spiccata leggerezza, fragile se abusata dal tocco di mani inconsapevoli sul lavoro appena svolto. È il rischio dello scopritore, viaggiare tra i vari stadi della comprensione, come è strano constatare come l’opera “ATLI”, apra una terza via, quella del narratore, che osserva e riporta forse peccando d’infedeltà ma continuando a descrivere ciò che l’origine del luogo e lo scopritore, gli hanno affidato. 


GPL - Grandi Progetti Leggeri   E’ un progetto ideato dagli artisti Anna Ippolito e Marzio Zorio, sviluppato all‘interno del gruppo Arti Visive di Cavallerizza in collaborazione con Valentina Addabbo, Viola Gesmundo, Jacopo Mandich, Tonichina, Primavera e Michele Di Erre, rivolto ad artisti e curatori nazionali ed internazionali, per dare l’opportunità di creare opere site specific, di carattere monumentale, all’interno degli spazi di Cavallerizza Reale di Torino.

Cavallerizza Reale è un’opera architettonica di 22.000 mq iscritta dal 1997 tra i beni patrimonio UNESCO nel centro storico di Torino.  Del maggio 2014 parte della struttura è stata occupata per salvaguardare il patrimonio architettonico dalla vendita a privati da parte del comune di Torino ed è cominciata un autogestione di artisti e cittadini impegnati in diverse attività.  In tale contesto è venuto a crearsi il gruppo Arti Visive.

Domenico Olivero (Cuneo, 1964) riflette sulla contemporaneità con spirito umanista. L'orizzonte operativo dell'artista è fortemente concettuale, approcciato al mondo fisico nel suo potenziale culturale.  Attraverso diversi canali espressivi condivide le sue visioni, attivando processi, incontri, comunità. Le sue recenti attività artistiche stanno indagando la collettività urbana, la labilità della memoria e le nuove tecnologie informatiche.





Titolo rassegna:  GPL - Grandi Progetti Leggeri
Titolo mostra:  Atli lo spadete
Artista:  Domenico Olivero
Curatore:  Alessio Moitre
Ambientazione sonora a cura di  Elettrogenica
Data evento:  30 Settembre – 15 Ottobre 2017
Inaugurazione:  venerdì 29 Settembre ore 18,00
Orario di apertura:  Sabato e Domenica 15,30 – 18,30 o su prenotazione telefonica 338 142 6301  -  Ingresso libero
Indirizzo:  Cavallerizza Reale Via Giuseppe Verdi, 9, 10124 Torino TO

Talk Serie Inversa






Doppio Talk di approfondimento con gli artisti Juan Esteban Sandoval e Domenico Olivero

In occasione del finissage della mostra Serie Inversa Exh #4 verranno presentati due momenti di approfondimento dei lavori di Juan Esteban Sandoval e Domenico Olivero.

Sandoval proporrà una selezione di testi, immagini, video e azioni collettive collegati al progetto Nascondere, ripercorrendo le fasi di realizzazione dell'oggetto scultoreo esposto e confrontandosi con il pubblico sulle questioni sociali, politiche e ambientali che l'opera solleva.

Olivero rifletterà sulla sua opera Tusiri inundu 1827 partendo da alcuni spunti relativi alla pratica artistica contemporanea in relazione alle nuove tecnologie mediatiche e virtuali. In questi ultimi decenni siamo passati dal post-moderno al post-human, dalle sperimentazioni pop dei YBA alla spettacolarizzazione dell’arte. Come cambiano le espressioni artistiche in relazione al cambiamento dei tempi? Quali spazi creativi hanno i futuri artisti, in un presente sempre più visivo?


Nascondere | Quale futuro per gli artisti?
Sabato 20 maggio ore 17.00
Via Poliziano 32, Torino



ENG

Serie Inversa Exh #4

Nascondere(Hiding) / What is the future for artists?
An in-depth talk with the artists Juan Esteban Sandoval and Domenico Olivero

Saturday, May 20 at 5 pm
at Via Poliziano 32 in Turin

On Saturday, May 20, on the occasion of the finissage of the exhibition, there will be two moments of further study of the works by Juan Esteban Sandoval and Domenico Olivero.

Sandoval will propose a selection of texts, images, videos, and collective actions linked to his project Nascondere (Hiding), retracing the phases of realization of the sculptural object exhibited and then discussing the social, political, and environmental issues that the work raises with the public.

Olivero will talk about his work Tusiri inundu 1827, starting with some ideas concerning contemporary art practices in relation to the new media and virtual technologies. In recent decades, we have moved from the post-modern to the post-human, from the pop experiments of the YBA to the spectacularization of art. How do artistic expressions change with the changing times? What creative spaces do future artists have, in today's increasingly visual world?

Serie Inversa_Exh#04







Con la mostra collettiva _Exh#04, si chiude il ciclo annuale di Serie Inversa, programma promosso da Progetto Diogene che compie una ricognizione sul territorio piemontese alla scoperta di percorsi di ricerca artistica attualmente fuori dal circuito commerciale o istituzionale. Gli artisti selezionati per la quarta edizione del progetto, che verrà ospitato negli spazi di Via Poliziano 34 a partire dal 27 Aprile 2017, sono Francesco Del Conte, Domenico Olivero e Juan Sandoval.

Joining, di Francesco Del Conte, indaga la tradizionale tecnica di costruzione ad incastri lignei che nel corso dei secoli ha modellato l'architettura giapponese. L'opera è stata pensata e prodotta dall'artista durante i 7 mesi ospite del centro d'arte contemporanea CCA Kitakyushu in Giappone. La genesi del progetto parte dalla realizzazione di otto incastri commissionati a Toshiro Kobayashi, falegname che vive nella prefettura di Ehime.  L’artista ha indagato questi oggetti con tutto il rigore metodologico che il medium fotografico concede, restituendoli come i protagonisti  di un manuale d’uso che ne illustra il funzionamento attraverso la retorica di una sequenza temporale neutra e distaccata.
Ogni incastro, con le numerose parti di cui è composto,  evoca e contribuisce all'armonia della costruzione, divenendo non solo testimone e paradigma funzionale del concetto stesso di architettura, ma ci invita a riflettere sulla relazione originaria che intercorre tra l’uomo, lo spazio e l’abitare. Un oggetto-parabola che custodisce una forma di conoscenza, una porzione di storia che respira nell’immagine del tempo che questi oggetti incarnano.

Con Tusiri inundu 1827 (tutto si risolve in un dubbio 1827) Domenico Olivero vuole riflettere sulla contemporaneità con spirito umanista, indagando la labilità della memoria e le nuove tecnologie informatiche. In questa occasione, la forma instabile della natura diventa memoria scultorea. Il concetto di molteplicità e creazione viene evidenziato nella relazione fra la forma fisica di una semplice palla, composta da migliaia di instabili cristalli di neve, percepita da uno scanner laser che la trasforma in un codice digitale. Attraverso un collegamento automatico a una stampante 3D il codice crea un oggetto fisico, stabile. Artificio innaturale, opera figurativa, memoria dei riflessi di luce su un corpo trasparente, forse qualcos’altro; perplessità evidenziate dalle immagine di sfondo, un cielo e un codice QR.

Il progetto Nascondere si inserisce all'interno dell'attuale ricerca di Juan Esteban Sandoval sull'oggetto scultoreo, che si pone in relazione con un contesto specifico, dove l'impatto ambientale dell'industria è particolarmente significativo e in alcuni casi disastroso. Il manufatto in mostra è il risultato di un processo di estrazione di terre e argille raccolte nella zona tra Napoli e Caserta, dove nel corso degli anni rifiuti tossici e materiali vari sono stati nascosti illegalmente in discariche legali e abusive. Il progetto riguarda inoltre un'azione consistente nel nascondere questo manufatto nel muro di una nuova costruzione in Svizzera. Nascondere riflette in modo indiretto sui rapporti contraddittori tra i livelli di legalità e illegalità di cui spesso è difficile esprimere un giudizio o una posizione. L’esito dell’intervento di Sandoval può essere letto come l’annuncio visivo di qualcosa di cui non si possiedono istanze visibili, una sorta di paradosso della
rappresentazione, un modo di avvicinarsi all’oggetto di indagine che assume le sembianze di una apparizione.



Serie Inversa_Exh#04

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inaugurazione: 27 aprile 2017 ore 18.30
via Poliziano 34, Torino

durata: 20 maggio 2017
orari: gio-ven-sab h.15-19




ENG

Serie Inversa_Exh#04
April 27, 2017 at 6:30 pm
Via Poliziano 34, Turin

The group exhibition _Exh # 04 concludes the annual cycle of the Reverse Series, a program sponsored by Project Diogene that carries out a survey in Piedmont to discover the artistic research paths currently outside the commercial or institutional circuits. The artists selected for the fourth edition of the project, which will be hosted in the spaces at Via Poliziano 34 starting on April 27, 2017, are Francesco Del Conte, Domenico Olivero, and Juan Sandoval.

Joining, by Francesco Del Conte, investigates the traditional building technique of wooden joining that has shaped Japanese architecture over the centuries. The work was conceived and produced by the artist during the 7 months when he was hosted at the Center for Contemporary Art CCA Kitakyushu in Japan. The genesis of the project began with the commissioned construction of eight joinings by Toshiro Kobayashi, a carpenter who lives in the prefecture of Ehime. The artist has investigated these properties with all the methodological rigor that the photographic medium grants, turning them into the protagonists of a user manual that shows how joining is done through the rhetoric of a neutral and disengaged timeline.
Each dovetail joint, with the numerous parts of which it is composed, evokes and contributes to the harmony of the building, becoming not only a witness and functional paradigm of the concept of architecture itself, but also invites us to reflect on the original relationship between mankind, space, and habitation. An object-parable that contains a form of knowledge, a portion of history that breathes in the image of time that these objects embody.

With Tusiri inundu 1827 (everything is resolved in doubt 1827) Domenico Olivero reflects on contemporaneity with humanistic spirit, investigating the fragility of memory and the new information technologies. On this occasion, the unstable form of nature becomes sculptural memory. The concept of multiplicity and creation is highlighted in the relationship between the physical form of a simple ball, made up of thousands of unstable crystals of snow, perceived by a laser scanner which converts it into a digital code. Through an automatic connection to a 3D printer, the code creates a stable physical object. An unnatural artifice, a figurative work, the memory of the reflection of light on a transparent body, or perhaps something else; perplexity is highlighted by the background images, a sky, and a QR code.

The project Nascondere (Hiding) is part of Juan Sandoval's current research on the sculptural object, which arises in connection with a specific context, where the environmental impact caused by industries is particularly significant and in some cases disastrous. The artifact on display is the result of a process of extraction of soil and clays collected in the area between Naples and Caserta, where over the years various materials and toxic waste have been illegally hidden in legal and illegal dump sites. The project also concerns a significant action of hiding this artifact in the wall of a new building in Switzerland. Hiding indirectly regards the contradictory relationship between the levels of legality and illegality, about which it is often difficult to express an opinion or position. The outcome of Sandoval's intervention can be read as visual announcement of something for which there are no visible instances, a kind of paradox of representation, a way to approach the object being investigated which takes on the shape of an apparition.





















Il punto




il punto è l’ente fondamentale della geometria ed è privo di una qualsiasi dimensione.

Euclide


In geometria il punto è un concetto primitivo, intuitivamente equivale ad un’entità adimensionale spaziale, per cui può essere considerato semplicemente come una posizione, una coordinata.
Alcuni considerano che possa rappresentare una figura geometrica; a tutti è noto che una figura è un insieme di punti.





Il punto è quindi ciò che non ha parti, eppure per le arti visive è l’inizio o la fine del tutto.

Il progetto si concretizza a partire da un punto, così come la mano partendo da un punto estenderà visivamente il proprio operato. Questa wunderkammera vuol proprio partire dal punto, dall’entità minima, per aprirsi in nove racconti che esplorano uno spazio che è insieme astratto e funzionale.
L’indagine sul rapporto tra reale e virtuale, tra realtà del mondo e realtà del web, il tentativo di mappare i due territori (pur avendo ben presente l’impossibilità di creare una mappa dell’impero in scala 1:1, secondo il noto avvertimento di Eco) è uno degli scopi fondativi dell’esperienza di microbo.net. Con micro&book abbiamo voluto sondare uno dei territori che l’arte ha da sempre frequentato, ovvero quella zona di confine tra arte visiva e letteratura, che prende forma nel libro d’artista. Se questa particolare forma d’arte esiste da sempre e da sempre ha affascinato artisti e letterati, come non incuriosirsi di fronte al mutamento epocale che i libri stanno subendo in quest’epoca di abbondanza digitale? E – come ci insegnano i filosofi socratici – come non partire da questa curiosità per dedicarci alla skepsis, alla ricerca? Così abbiamo deciso di indagare il rapporto tra libro d’artista reale e virtuale, la sua trasformazione in e-book d’artista. Ovviamente però, come da tradizione, abbiamo scelto il formato che più ci si confà, il micro: sono così nati questi micro&book. Siamo convinti che ammirare l’opera originale, osservare le singole pieghe della materia che la compone sia un’esperienza unica e coinvolgente. Ma al contempo sappiamo che liberare l’idea dal legame fisico della carta, del luogo geografico dell’esposizione, significa aumentarne la potenza dirompente di comunicazione, amplificare il suo dire affinché sia udibile nel mondo intero, offrire occasione a platee infinitamente più vaste di fruire della bellezza. Per questo ci affascina la duplicità di questi micro libri-e-book, perché siamo convinti che siano duplici, ma non doppioni, due facce – sottilmente, affascinantemente differenti – di una medesima idea.


Aldo Torrebruno e Anna Epis


Giovanni Bonanno | ebook
Gigi Conti GICO | ebook
Maria Elena Danelli | ebook
Silvia Faini | ebook
Emanuele Fossati | ebook
Ksenija Kovacevic | ebook
Silvia Majocchi | ebook
Domenico Olivero | ebook
Roberta Toscano | ebook

CATALOGO www.microbo.net/meb


Il punto |  Wunderkammern effimere
vernice sabato 8 aprile, h 18

Spazio espositivo microLive @Circuiti Dinamici

Via Giovanola, 19/c Milano

| IN MOSTRA
Giovanni Bonanno, Gigi Conti GICO, Maria Elena Danelli, Silvia Faini, Emanuele Fossati, Ksenija Kovacevic, Silvia Majocchi, Domenico Olivero, Roberta Toscano

| Wunderkammern effimere
Curatela Anna Epis e Aldo Torrebruno |
Presentazione Aldo Torrebruno |
AllestimentoAnna Epis e Lorenzo Argentino |

Partners | microbo.net - Circuiti Dinamici Milano