Installazione ispirata ad un diario di due mesi di sensazioni e pensieri sul vivere (vedere il blog http://amamisepuoi.blog.tiscali.it/ ). Sul pavimento una scritta in rosso, summa di questo vissuto. Accanto cinque gruppi di terra provenienti da Parigi, Londra, Venezia, Bologna e Cuneo (città dove l’artista era durante la scrittura del blog ). L’ambiente illuminato da fievole lampadine nere. Nell’aria si percepiva un odore di lavanda.
An art work in the form of a diary. For two months in the blog http://amamisepuoi.blog.tiscali.it/ the artist put some reflections and personal photos about some ideas of life and silence.
In the exhibition space he writes a sentence in large red characters on the floor. It is a distillation of the various texts written in the blog. Nearby are five clods of earth from the cities where the artist lived, Paris, London, Bologna, Venezia and Cuneo. In the air there is the scent of lavender perfume, giving all a particular atmosphere . Seven black bulbs create a half-light.
This work is the personal emotion of the artist about his moment of silence, when he experiences the sensations of life.
Il sapœre della terra
(la speranza cresce lentamente)
Installazione di Domenico Olivero.
Novembre 2006.
Questa nuova opera di Olivero Domenico ci porta a riflettere sul nostro essere riverenti su questa terra da cui prendiamo forma e su cui viviamo, in un percorso ciclico si parte dalla terra per ritornarci dopo l’esperienza di vita, cosa rimane di tutto ciò, per che cosa è valso vivere, interrogativi dolorosi e difficili, ma la poetica formale cerca in qualche modo di lenire.
Lenivo lento le ferite della mia anima.
La polvere del tempo mi ricopriva.
Di tanti luoghi visti pochi ricordi, forse per l’età, la mia memoria mi lascia poca compagnia.
Vorrei affidarti alcune tracce delle mia vita, probabilmente per dare un senso compiuto al dolore che è stato viverla.
Ti ho voluto bene con tutte le mie energie, ma anche se scaldate dal sole, si sono affievolite, come sempre più lieve è il ricordo del tuo volto.
Ma ti amerò per sempre.
Il lavoro di Domenico Olivero è sull’odore della terra nato da una fase di perplessità che l’artista sta attraversando in questo periodo.
Forse sulla sua instabilità e quindi sul suo/nostro “stabile”, cioè la terra.
Sull’odore dei corpi che hanno nei momenti più intimi e che gli ricorda l’umido della terra quando la pioggia scesa un poco prima evapora.
Su quel ciclo continuo che è nascita vita morte. Parallelo al ciclo innamoramento passione e fine di un amore, che ha legato per un breve tempo due corpi
Questo tempo in cui noi transitiamo..
Lo spazio è stato costruito in forma ciclica; su un lato poggiati sopra tre specchi tre zolle di terra prese da tre posti diversi (Giappone, Skrilanka e Suriname (razze diverse ma parte di un corpo unico – lo specchio ci fa entrare nel luogo della terra e ritorno terra). Sulla parete sovrastante tre immagini prese da google (verità virtuale, culturale) e poi sul lato opposto 4 foto di un cielo cuneese, ossigeno. Sui lati delle ombre di piante (che vivono nei luoghi indicati) e in un angolo l’opera vera e propria una foto sbiadita, ma colorata con gocce di acquarelli di una via di Lille ma su cui a lieve distanza puntata sopra con degli spilli, c’è una breve riflessione su un foglio opaco che non permette la completa visione dell’immagine sottostante..
Omaggio alla Terra che tutti i giorni calpestiamo, che ci sostiene e contiene.
Questa piccola biglia che carambola nello spazio, accoglie la nostra storia, noi siamo sua materiale ed energia, che si trasforma continuamente.
La strana combinazione fra vita e materia, fra il pulsare di un cuore e le pietre inermi, quali correlazioni misteriose esistono? Cosa vuol dire vivere?
Materiale:
Immagine satellitare, tratta dal sito Googlema, Suriname.*
terra della spiaggia di Paramaribo.
Immagine satellitare, tratta dal sito Googlemap, Srilanka. **
terra dal spiaggia di Jaffna.
Immagine satellitare, tratta dal sito Googlemap, Giappone. ***
terra dalla spiaggia di Aomori.
Specchi, cartone colorato, pongo e lettere in plastica bianca.
Lettere trasferibili nere.
Foto degli orti, ideati dall’artista Robert Milin, presso il Palais de Tokyo a Parigi, in rue de la Manutetion, 28/10/06.
4 elaborazioni grafiche di nubi sul cielo di Cuneo, 19/08/06.
Carta, stampa in acetato, acquarelli, spilli.
Ombra della pianta Platicerium.*
Ombra della pianta Gagea Persica.**
Ombra della pianta Sisyrinchium Striatum. ***
Testi di Ornella Calvetti
Comunicato della mostra Silere (Be silent)
A cura di Claudio Cravero
A Torino in via Sansovino appuntamento con il silenzio
Venerdì 9 marzo 2007, prima che alcuni spazi del palazzo industriale di via Sansovino 217 siano occupati da nuove attività, Cantiere48 presenta SILERE (BE SILENT), una collettiva di quattro giovani artisti che, all’interno di questi luoghi in trasformazione e attraverso il silenzio, riflettono con le loro opere sull’individuo e i suoi confini come ricerca di uno spazio in cui il silenzio stesso può diventare parola.
Gli edifici misurano lo scorrere del tempo anche attraverso le diverse destinazioni che subiscono nel corso dei decenni. Quando un palazzo signorile si trasforma in tribunale, quando una chiesa diventa una sala conferenze, quando una fabbrica dismessa diventa un museo, il cambiamento non è mai solo il risultato di una fredda operazione edilizia. È invece un momento fortemente simbolico che segna, a volte in modo drammatico, il passaggio da fasi di espansione a fasi di declino, o viceversa, la rinascita dei luoghi stessi. È anche il modo in cui gli edifici stessi si adattano al presente e alle sue evoluzioni rapide, conservando spesso le tracce del lavoro degli uomini e delle donne che le hanno abitate.
È in questo contesto che nasce SILERE (BE SILENT). Prima, infatti, che alcuni spazi del palazzo di via Sansovino 217 siano occupati da nuove attività, probabilmente di diversa natura rispetto alla precedente destinazione, è sorta la necessità di riflettere in uno spazio silente il cui silenzio stesso può diventare parola. Il silenzio di SILERE (BE SILENT), che dal latino significa essere silente, sia come verbo sia corpo, è inteso come possibile risposta ad una cultura che sembra privilegiare, nel tempo e nello spazio, suoni, fragori e rumori.
Nella ricerca del silenzio, c'è spesso chi rincorre spazi fisici di tranquillità per ricostruire la propria misura spirituale, come nei vecchi santuari, e chi, invece, sembra sollecitato dall'irrequietezza propria del nostro tempo, soffrendo quasi il silenzio secondo una nuova forma di horror vacui. Ci sono, inoltre, anche delle dimensioni creative del silenzio che rientrano nella sfera dell’arte, vale a dire spazi attraversati da un profondo mutismo in cui, non necessariamente non si odono suoni, ma in cui lo stare in silenzio assume lo stesso significato della parola. Sorge dunque naturale chiedersi se esista una reale dimensione del silenzio. Più ci si sforza a non produrre suoni, più diventa percettibile il rumore del respiro, del battito cardiaco, del nostro corpo che reagisce alle suggestioni di ciò che lo circonda e alla coralità o alle difficoltà che quei momenti portano con sé.
Tra gli artisti di SILERE (BE SILENT), c’è chi si sofferma a tastare la terra per ritrovarne il ‘sapore’ e il profumo riscoprendo nuove dimensioni sinestetiche (Domenico Olivero), chi esplora il paesaggio per ricondurre l’attenzione a riflettere sui propri confini (Riccardo Del Conte), chi indaga i ‘territori’ emotivi e psicologici del corpo umano in un contesto di disagio (Dario Neira), e chi, infine, con un semplice gesto, annodando e snodando una catenina (Sophie Usunier), segue il ritmo della terra che crea e disfa inesorabilmente, perché in ogni forma di vita che finisce c'è sempre l'inizio di qualcos'altro.
E tra la fine e il principio, c’è questo momento, sospeso, a tratti frammentato, dell’essere silente; il momento che contempla l’attesa di una nuova forma di vita in via Sansovino.
La collettiva è resa possibile grazie al contributo delle aziende Edilmar, Ditto Consult, LunaBianca Italy s.r.l., TEKNE
Inaugurazione venerdì 9 marzo 2007 dalle ore 18.30 - via Sansovino 217, Torino
10 - 31 marzo 2007
Ufficio stampa: Cantiere48 Via Sansovino 217 10151 Torino Tel. 011 735515 press@cantiere48.com http://www.cantiere48.com