Diario di un artista - 26/10/2018




Queste sono alcune delle domande che spesso mi vengono rivolte.

Penso che fare l’artista non è solo una scelta, quasi sempre è un bisogno che si manifesta nel percorso della vita, c’è chi parte subito con le idee chiare e chi nel volgere del tempo sente crescere questo bisogno; spesso anche in tarda età; l’approccio all’arte è una rinascita espressiva.

Una volta sicuramente era più una professione chiara, con regole certe, legata soprattutto all’aspetto tecnico, saper dipingere o realizzare sculture, ma ora i grandi cambiamenti sociali/tecnologici hanno mutato e dato possibilità a tutti di declinare in diverse forme e linguaggi il bisogno di condivisione che si ha.

Penso che oggi l’arte nasca da un bisogno interiore, una necessità di esprimersi, di poter comunicare un proprio “messaggio/sentimento”, in forma condivisa, quindi aperta verso altri.

Un’esigenza umana che sviluppa questa consapevolezza e la rende in forme estetiche, che vanno dalla ricerca del bello alle analisi sui più complessi bisogni e forme di esistere, senza però vincolarsi a regole certe.

Queste forme sono soggettive e ora prendono lineamenti nelle più svariate tecniche, dalla pittura alla fotografia, dalla body art ad un’app da scaricare sul proprio cellulare.

Tutta la storia delle arti visive mette in evidenza quel continuo mutare che ha prodotto una stupenda eredità di opere d’arte che ci arricchiscono.

Sono tante testimonianze di pensieri, dubbi, paure, fantasie, che sono diventate materia fisica. Percorsi che si sviluppano e crescono, in ricerche, esplorazioni, tentativi, fallimenti.

Non dovendo produrre l’arte è libera di esercitare, di provare strade forse assurde, ma che possono aprire a nuovi approcci nel guardare il presente che ci circonda.

Poi un aspetto molto interessante è come l’arte stessa possa essere funzionale a certi bisogni come l’attenzione al dettaglio, la capacità di stravolgere forme consolidate. Creare bellezza, pensieri, che producono in noi un cambiamento di umore, assorbire un doloro, elaborare delle paure, sviluppare atteggiamenti critici, con valutazioni sul proprio essere e formazione, sviluppare curiosità per aspetti che non conoscevamo,

Non dimentichiamo, come confermano anche recenti studi sulle neuroscienze, che l’arte attiva emozioni e di conseguenza connessioni celebrali, che aiutano a superare ansie, migliorare i rapporti umani e di conseguenza la nostra vita.

L’arte suscita domande ad ognuno di noi che possono trovare infinite risposte, che mutano con la società che si trasforma nel tempo.

Personalmente penso che l’arte sia un fantastico viaggio nell’impossibile scoperta di se stessi e del mondo che ci circonda, un’esperienza in metamorfosi che mi permette di affascinarmi alla vita.